L'Università Agraria di Nazzano, costituita ai sensi della L. 4 agosto 1894 n. 397 sull’ordinamento dei domini collettivi nelle provincie dell’ex Stato Pontificio nasce, come gran parte delle Università Agrarie del Lazio, dopo il trasferimento al Comune dei terreni di proprietà del disciolto Stato Pontificio.
Già da subito i terreni vennero gestiti in forma separata da un’Associazione di Cittadini che, successivamente, agli inizi del 1900 adottando un primo Regolamento/Statuto, approvato dalla G.P.A. nelle sedute del 30.4.1909 e 25.6.1909 con Verbali n.ri 1228 e 1765, dà vita all’Univerità Agraria di Nazzano.
Le prime riunioni Assembleari di cui si ha notizia risalgono all’anno 1897 ed esse sono riportate in un Brogliaccio delle riunioni con tanto di partecipanti ed argomenti discussi.
A quei tempi la stragrande maggioranza della popolazione di Nazzano viveva in estrema povertà, sottomessa a quelle poche famiglie benestanti che Amministravano i beni della Chiesa.
Le prime forme di aggragazione erano rivolte principalmente alla volontà di poter sfruttare al meglio l’occasione concessa.
La maggior parte dei terreni trasferiti al Comune di Nazzano erano costituiti quasi esclusivamente da boschi (Pracagnano, Monte Oliveto, Campolungo, Monte Mancino, Quattro Confini, San Francesco, ecc.) gran parte dei quali costituiscono aggi le “Cese”, ovvero terreni ceduti.
In quegli anni, iniziando dalle aggregazioni nelle Osterie, si incominciò a pensare alla possibilità di dare quei boschi, con l’impegno di disboscarli e metterli a coltura, alle famiglie di Nazzano.
Promotori di questa iniziativa furono Tito Romani ed Ernesto Brionne, che proposero di dividere i boschi in tante piccole particelle da dare a migliore coltura ai Nazzanesi, proporzionando la grandezza di esse in base alle esigenze dei nuclei familiari.
Le particelle di terreno vennero successivamente concesse ai Nazzanesi, vennero da ognuno disboscate e lavorate per vari anni, finchè nel 1909 alle elezioni per la costituzione dell’Università Agraria di Nazzano Tito Romani ed Ernesto Brionne non vennero eletti e di conseguenza le pratiche per il riconoscimento legittimo dei terreni concessi non ebbero il necessario seguito, tant’è vero che fino a pochi anni fa quei terreni erano considerati ancora occupazioni abusive, legittimate successivamente. Si narra che Ernesto Brionne per sfuggire alle possibili denuncie per atti illeciti, si trasferì in America, senza più fare ritorno a Nazzano.
La pianura di Campo Nazzano, che era ed è tutt’ora il territorio più fertile di Nazzano, ha trovato fortissime resistenze nel trasferimento al Comune, tant’è vero che le famiglie nazzanesi allora legate per vari motivi allo Stato Pontificio, si opposero al trasferimento di essa, reclamando contratti di acquisto precedenti dove le proprietà vennero cedute a famiglie a quei tempi residenti in Svizzera.
Tra gli anni 1920 e 1935 si instaurò tra queste famiglie e l’Università Agraria di Nazzano un lunghissimo contenzioso terminato con una transazione con la quale l’Univeristà Agraria ottenne la possibilità di acquistare La Piana di Campo Nazzano per il “Prezzo ragionevole” di £. 250.000.
Venne per l’occasione acceso un mutuo ventennale con il Monte dei Paschi di Siena, garantito e pagato con le quote di “ottava”* che l’Università Agraria riscuoteva dagli Utenti che prendevano in affitto i terreni.
*”ottava” |
Con ottava si intende l’ottava parte dell’utile che l’Utente ricavava dalla lavorazione del terreno.
All’inizio della stagione agraria l’U.A. di Nazzano divideva il terreno in tante particelle quante erano le famiglie richiedenti. Non veniva richiesto alcun canone di affitto, ma alla fine dell’annata agraria l’Utente, una volta tolte le spese, cedeva all’Ente un ottavo del guadagno. |